Questa
è la più sensata - Luisa Adani
Una delle preoccupazioni, soprattutto dei
giovani che per la prima volta si rivolgono al mondo lavoro, è come
vestirsi per fare una "buona impressione".
Ma è davvero un aspetto così importante?
No, mi pare si tratti fondamentalmente un falso problema. Come uno si
presenta esteriormente concorre solo minimamente, e in parecchie
situazioni per nulla, alla formulazione del giudizio complessivo sulla
sua persona. Questo perchè da un lato sappiamo già piuttosto
spontaneamente vestirci come la situazione e il contesto richiede,
dall'altro perchè chi ci incontra (in questo caso un professionista
interessato alle nostre conoscenze e competenze) difficilmente ci
giudica per quello che indossiamo.
Certo i nostri abiti, il nostro viso e come ci muoviamo dicono molto su
di noi, ma proprio per questo di fronte a un selezionatore è impossibile
barare più di tanto. Ma soprattutto: visto che comunque non sappiamo
quali sono le cartatteristiche del candidato ideale, come potremmo
comunque tentare di adattarci a questo?
Poco male: non tutti i mestieri si rivolgono a persone creative, altri
cercano persone quiete e controllate.
Se non si è formali difficilmente un abito gessato basterà per
convincere il nostro interlocutore (e in questo caso si tratta di
qualcuno che per mestiere sa proprio cogliere le persone) che siamo
adatti a una azienda o a una posizione che richiede un comportamento
conforme.
Se si portano 3 orecchini e se si hanno i capelli blù anche se ci si travestirà da manager, qualcosa nel nostro approccio in generale, non convincerà (
).
Certo il vestito dice molto di noi, ma proprio per questo difficilmente
capovolge e neppure modifica sostanzialmente il giudizio di selezione.
Certamente un po' di brio non guasta, se ci si presenta per una attività
creativa mentre il troppo griffato e troppo ingioiellato, stona sempre.
Ma, al di là di queste considerazioni è evidente che a un colloquio ci
si presenta in modo diverso rispetto a quando si va a fare una gita, ma
è davvero inutile cercare di manifestarsi diversi da come si è Quindi:
nei limiti del vostro stile, considerare la realtà a cui vi state
proponendo e vestitevi nel modo che ritenete più appropriato.
Per essere più chiari: una donna può indossare una gonna oppure dei
pantaloni, una giacca piuttosto che un golf. Un uomo, giacca e cravatta
o semplicemente pullover.
Gli ambiti che richiedono più formalità sono generalmente le società di
consulenza, le banche e le assicurazioni e i livelli manageriali in
generale. L'aspetto esteriore è comunque sempre considerato importante
per le figure a contatto con il pubblico.
Certamente un abbigliamento "neutro" non fa correre rischi, ma
caratterizza meno e questo potrebbe far piacere meno di quanto si
potrebbe.
I selezionatori, guardano certamente i vestiti e i colori che indossate
come vi muovete, ma non li ritengono aspetti determinanti per inquadrare
il vostro profilo professionale.
Non conosco casi di candidati scartati solo perchè vestiti in modo non
coerente rispetto allo stile dell'azienda.
In sintesi: non vale la pena di occuparsi troppo di come vestirsi.
Se può alleviare la tensione, quindi, perchè non indossare qualcosa che
ci fa sentire bene o che crediamo ci porti fortuna?
Luisa Adani
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Bancalavoro.com - W Palo Alto
Negli USA esiste addirittura un libro ("Dress for success") che spiega
qual è il modo migliore di vestirsi per ogni incontro: quali calzini
usare, quali cravatte ecc. Non esageriamo: però è indubitabile
che la nostra immagine è data anche dal nostro abbigliamento. In
fondo, noi "scegliamo" di vestirci così Per i colloqui, l'importante
è dare, anche nel look, una sensazione di affidabilità e
serietà la fantasia o originalità sono in questo caso degli
"optional" a rischio. Non bisogna vestire casual, perchè
si darebbe un' impressione di immaturità
, ed è bene evitare accessori, trucco o colori troppo vistosi;
non è opportuno però neanche "invecchiarsi" troppo, indossando
per l'occasione improbabili vestiti da cinquantenni rimediati chissà
dove. Alle ragazze è concessa ovviamente più libertà
ed è generalmente apprezzata una certa eleganza, mentre i maschi
sono più vincolati al "giacca e cravatta", ed è bene che
non abbiano un'aria troppo "perfettina" (che rende antipatici), salvo
che il colloquio avvenga in realtà che danno all'apparenza molta
importanza (società di consulenza, mondo della comunicazione, banche
d'affari, ecc.). Oltre a ciò che indossate, badate a come lo indossate:
niente vestiti troppo larghi e cascanti, niente colletti di cravatta allentati,
niente forfora sul bavero, niente lenti degli occhiali sporche: è
un'appuntamento importante, chi ci arriva trasandato sarà giudicato
(non a torto) superficiale, disordinato o poco furbo.
(Lo stesso articolo un po' rimaneggiato si trova in sportellostage.it)

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Secondo i selezionatori è meglio informale.
Intervistati dall'Istituto Marketing Sociale sul tema "Occupazione, tra nuove esigenze e
nuovi comportamenti", i selezionatori delle aziende hanno indicato la via più sicura da percorrere giunti dall'anticamera del mondo del lavoro. L'indagine è stata condotta su un attendibile campione di
214 addetti alla selezione. A favore di un abbigliamento informale dei candidati uomini: maglione blu, camicia azzurra, giacca senza cravatta e jeans, è ben il 63% dei selezionatori; sono pochi invece
(25%) quelli che subiscono ancora il fascino dell'esaminando figurino, e ancor meno (16%) quelli che apprezzano la cravatta. Sul versante femminile bocciate le donne in minigonna e tacchi a spillo da 7
selezionatori su 10, ma l'indice di "sgradimento" si accanisce anche contro le signorine troppo ingioiellate che risultano irritanti al 65% del campione. Al 57% l'eccessivo profumo piace poco, così come
un trucco troppo marcato. Possono gioire tutte coloro che amano uno stile disimpegnato e comodo: al 61% piacciono, nei colloqui, le scarpe da ginnastica. E dal punto di vista dei selezionatori ci sono
anche delle motivazioni: per il 35% di loro un vestiario sexy denota scarsa professionalità il 25% è convinto che un abito troppo succinto distrarrebbe i colleghi, il 20% ravvisa in esso la spia di una
bassa capacità intellettiva, mentre il 14% teme che, in presenza di due gambe a far bella mostra di sè i potenziali clienti possono pensare di avere di fronte un'azienda dove la donna sia considerata
un mero oggetto da esibire. (Qui-Italia)
Il pezzo che avete appena letto è la sintesi fedele di un articolo pubblicato su "Qui-Italia", qualche tempo fa. Secondo i selezionatori, l'abito fa il monaco, e l'abbigliamento giusto può essere il
fattore determinante per favorire l'assunzione. Sul fatto che il nostro abbigliamento comunichi anche il nostro modo di essere, nulla da eccepire. Fior di studiosi, da tempo, ormai, hanno elaborato vere
e proprie teorie e tecniche psicologiche tese a sfruttare al meglio questi "linguaggi". Quello che dà da pensare sono i giudizi psicologici abbinati alle varie scelte: sarà vero che una donna che veste
sexy sul lavoro, è poco professionale, distrae i colleghi dal concentrarsi sul lavoro ed è poco intelligente? Insomma, non è facile credere che nel colloquio per il posto di lavoro non si badi
all'eleganza, e si preferisca un abbigliamento informale e casual, quasi mettendo da parte i vecchi metri di giudizio, quando poi le motivazioni rivelano, invece, tutto il contrario, ovvero, che alla
base dei giudizi, soprattutto sulle donne, ci sono pregiudizi dei più maschilisti. L'equazione donna piacente-poco intelligente sembra, perciò essere ancora in auge, e riconosciuta come veritiera dai
super-esperti. Encanta.it, webzine informativo con attenzione particolare alle scienze sociali e della comunicazione |
Le immagini che decorano questa pagina sono ricavate dalla moda di strada (vedi >>). A mio parere, fermo restando che molto dipende dalla personalità del
candidato e dal tipo di lavoro richiesto, la scelta migliore è un look discreto ma con qualcosa di personale, non una divisa professionale e impiegatizia. I selezionatori vedono spesso decine di
candidati e alle volte il fatto di essere "memorabili" può servire.
Qualche suggerimento anche qui |
lavoro.tiscali.it
Per sostenere la prova con successo non ci sono regole precise. Molto dipende anche dall'umore e dal carattere dei selezionatori con i quali si ha a che fare. Ci sono testimonianze di ragazzi che hanno superato la prova presso notissime aziende presentandosi in abiti casual mentre gli altri candidati erano tutti vestiti con giacca e cravatta. Altri, invece, hanno trovato un selezionatore con il codino e l'orecchino mentre loro magari si erano preoccupati di indossare un vestito elegante o di raccogliere i capelli in modo ordinato.
Questi
episodi confermano che conta ciò che si dice e le qualità che si
dimostrano di possedere. Non sempre l'abito fa il monaco anche se
trasmettere un'immagine di ordine ed equilibrio è comunque
consigliabile. |
miaeconomia.it
Il look del candidato deve essere pulito, semplice e professionale.
Vanno evitati tutti gli eccessi: per le donne minigonne e scollature, gioielli vistosi, trucco esagerato; per gli uomini completi supereleganti, 'travestimenti' da manager con valigetta e agenda superaccessoriata.
L'aspetto deve essere inappuntabile, la barba curata, i capelli puliti. |

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